Il nuoto, cioè l’azione del nuotare, è un’attività individuale che permette all’essere umano di muoversi nell’acqua senza alcuna forza propulsiva diversa dalla propria energia corporea. Comprende, tra le attività umane, il movimento sia sulla superficie dell’acqua che sott’acqua (subacquea, mermaiding, nuoto artistico), i tuffi, la pallanuoto e altri giochi praticati in acqua. Lo si pratica in piscina, in acque libere (mari, oceani, laghi) o in acque vive (fiumi). Il nuoto coinvolge quasi tutti i muscoli del corpo. Oltre a essere uno sport olimpico è un’attività ricreativa. La sua storia trova le sue origini sin dall’antichità, oltre 7 000 anni fa, come testimonia il rinvenimento di pitture rupestrirappresentanti uomini nell’atto del nuoto risalenti all’Età della pietra.[1][2] È inserito nel programma olimpico fin dai Giochi della I Olimpiade. E può essere praticato, a livello agonistico, comportando molti sacrifici per chi lo pratica a questo livello. Considerato uno sport completo e salutare, che distribuisce il movimento omogeneamente su tutto il corpo, il nuoto favorisce la salute, la longevità e il benessere fisico e psicologico. Esso spesso comporta benefici estetici e fisici: solitamente si ottiene un aumento della massa magra e una riduzione di quella grassa, lo sviluppo dell’impalcatura ossea e l’espansione della gabbia toracica, il miglioramento della coordinazione motoria, respiratoria e la riduzione della spasticità.
I tuffi sono uno sport nel quale gli atleti, lanciandosi da un trampolino o da una piattaforma posti ad una certa altezza sopra una piscina, saltano in acqua eseguendo una serie di acrobazie. A partire dalla terza edizione dei Giochi olimpici di Saint Louis 1904, i tuffi sono ricompresi nel programma olimpico. I tuffi vengono eseguiti o dal trampolino – una tavola lunga e flessibile che si piega quando il tuffatore salta ripetutamente alla sua estremità per guadagnare in altezza e velocità prima del tuffo – o da una piattaforma rigida posta a grande altezza. Nelle principali competizioni esistono le gare dal trampolino da 1 e 3 metri e la gara dalla piattaforma da 10 metri. Anche se non particolarmente popolare a livello di praticanti, i tuffi sono uno degli sport olimpici più seguiti grazie alla loro spettacolarità, attirando un gran numero di spettatori. I tuffatori possiedono molte delle caratteristiche comuni ai ginnasti tra cui forza, flessibilità e agilità. Fuori dal programma olimpico, ma ammessa dalla FINA dal 2013 nei campionati mondiali esistono i tuffi dalle grandi altezze nei quali gli atleti (spesso tuffatori professionisti ma anche ex-acrobati), si lanciano da altezze che variano dai 20 ai 30 metri, in genere da piattaforme artificiali montate a strapiombo su laghi e fiumi o direttamente in mare; famosa era la prova che si svolgeva dal ponte di Mostar nella ex-Jugoslavia. L’accelerazione di gravità porta un corpo in caduta libera alla velocità di 80-90 chilometri orari in pochi secondi: se l’acqua non viene “tagliata” perfettamente in verticale dal corpo, l’impatto non viene assorbito. L’entrata in acqua avviene invariabilmente con i piedi. Data la pericolosità, gli atleti effettuano solo 3 salti, con un giudizio che per ogni tuffo è simile a quello adottato dagli arbitri nei tuffi olimpici. Se non viene indossato un qualche tipo di protezione, obbligatorio da anni invece in altri sport di eguale rischio e abilità (come la cintura elastica nel bungee jumping), non si possono escludere il ripetersi di fatti di trauma grave con paralisi o morte dell’atleta.
La pallanuoto o palla a nuoto (inglese: water polo dalla pronuncia inglese della parola palla in lingua balti, pulu) è uno sport di squadra acquatico nato nel XIX secolo in Inghilterra e in Scozia, le cui regole furono definite per la prima volta nel 1887 da William Wilson. Una partita di pallanuoto vede affrontarsi due squadre, ognuna rappresentata in campo da sette giocatori (per le competizioni agonistiche, per quelle giovanili possono variare), chiamati pallanuotisti, che possono essere sostituiti nell’arco della partita per un numero illimitato di volte, tranne nel caso commettano tre falli gravi; in quel caso, viene decretata una espulsione definitiva con relativo obbligo di sostituzione. Nuotando in uno specchio d’acqua gli atleti devono tirare con le mani (vige per tutto l’incontro, tranne che per il portiere, l’obbligo di toccare la palla obbligatoriamente con una mano sola) un pallone il maggior numero di volte possibile nella porta avversaria. Ogni volta che ciò avviene si effettua un punto (detto gol o rete). Al termine dei quattro tempi di gioco la squadra con il maggior numero di punti è proclamata vincitrice. Inserita nel programma olimpico fin dal 1900, la pallanuoto è diventata nel tempo uno degli sport più popolari di tale competizione. Nonostante la grande popolarità che conquistò agli inizi del ventesimo secolo, resta una disciplina diffusa principalmente in Europa, Stati Uniti e Australia, anche se la sua diffusione sta aumentando grazie all’iniziativa di numerose nazioni che stanno aumentando l’interesse e le iniziative intorno a questo sport, come per esempio il “Development Trophy”, torneo tra le squadre asiatiche.